La rabbia, come le altre emozioni di base, è filogeneticamente determinata, ha una base innata e una funzione adattiva. Essa infatti assolve un ruolo molto importante nella nostra vita, poiché ci avvisa che i nostri diritti sono stati violati o che un ostacolo ci sta impedendo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti. Rappresenta un campanello di allarme: ci avvisa, infatti, che qualcosa o qualcuno potrebbe arrecarci un danno o esporci ad un'ingiustizia. La rabbia ci prepara all'azione, attivando una serie di modificazioni fisiologiche che ci spingono ad organizzare una serie di comportamenti attraverso i quali possiamo rimuovere l’ingiustizia e/o il danno subito.
La rabbia si innesca in risposta ad alcuni stimoli che possono essere interni e/o esterni all’individuo:
- essere insultati
- essere minacciati fisicamente o verbalmente
- non raggiungere i propri obiettivi
- perdere la propria posizione o il potere
- perdere il rispetto
- essere vittima di ingiustizie
- essere trattati male o essere costretti a fare qualcosa contro la propria volontà
- essere traditi
- essere criticati.
Solitamente, quando ci arrabbiamo, pensiamo di essere stati trattati ingiustamente, crediamo che le cose sarebbero dovute andare diversamente, abbiamo l'impressione di essere stati danneggiati, sentiamo di essere stati svalutati, criticati o attaccati senza una valida ragione, pensiamo di non meritare il trattamento ricevuto o sentiamo che il nostro spazio vitale è stato invaso.
Quando il processo emozionale della rabbia è ben regolato, l’individuo è in grado di adattare la sua risposta comportamentale alla situazione specifica e al contesto in cui è inserito. Alcune persone possono presentare tuttavia una disregolazione emotiva, cioè la difficoltà a modulare le proprie emozioni e a reagire in maniera adeguata. In questo caso possono emergere comportamenti e reazioni di rabbia disfunzionali e poco adattivi: da una parte la violenza e l’aggressività, dall'altra l’inibizione e l’evitamento di situazioni conflittuali.
Le emozioni possono diventare causa di sofferenza per il soggetto quando la loro intensità è molto elevata e si protrae a lungo. La rabbia diventa disfunzionale quando:
- è troppo intensa rispetto al motivo che la scatena
- non è collegabile ad un fattore scatenante
- permane anche dopo che è stato allontanato il motivo scatenante
- è accompagnata da pensieri ed emozioni negativi
- produce comportamenti aggressivi e pericolosi verso sé, gli altri e gli oggetti
- la sua manifestazione compromette le relazioni sociali
Alcuni individui tendono invece ad inibire e a sopprimere la rabbia. In questo caso la persona non riconoscere i segnali identificativi della propria rabbia oppure tende a sopprimerne la manifestazione. Anche questo quadro può essere definito come disfunzionale, in quanto l’inibizione della rabbia impedisce all’individuo di organizzare quei comportamenti che potrebbero proteggerlo dal danno o dall’ingiustizia. Con il passare del tempo, il soggetto potrebbe adottare un atteggiamento di ipercontrollo di tutte le esperienze che generano rabbia predisponendolo ad una modalità comportamentale tendenzialmente passiva e improntata sull’impotenza.
Quando la rabbia diventa cronica o quando si ha la tendenza a inibirla costantemente, è utile per la persona richiedere l’intervento di uno psicologo che possa aiutarlo e supportarlo nella conoscenza e nel processo di gestione di questa emozione.
Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica della gestione della rabbia con la dott.ssa Paola Marinoni, psicologa a Saronno, è possibile chiamare il numero 3402871971 oppure mandare una mail all’indirizzo info@psicologasaronno.it per prenotare un primo colloquio gratuito. E’ possibile consultare la pagina dei contatti.